SI VA A ROMA
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Riportiamo un articolo pubblicato su Gazzetta d'ALBA....
[...] L’uomo è ciò che mangia, ha scritto il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach. Estendendo, potremmo dire che l’uomo è anche ciò che “non” mangia: la sua essenza è minacciata dal cibo in eccesso o in difetto. Anoressia, bulimia, obesità e ossessioni nutritive si diffondono a macchia d’olio, opposte a una crescente indisponibilità di risorse a curarle. Sulla scia di queste considerazioni, dal 16 al 28 ottobre nel cuneese si articolerà La settimana dell’alimentazione, sotto il titolo: AlimentAzione: nutri la solidarietà. Sarà l’associazione Lvia insieme alle Caritas diocesane e altri enti a organizzare cineforum, workshop e conferenze sullo spreco alimentare, sullo street food e sul ruolo del consumatore, oltre bancarelle nelle piazze per la vendita di mele bio per l’Africa.
Come ha spiegato Alessandro Bobba, presidente di Lvia, «nel biennio 2011-2013 si contano 842 milioni di persone malnutrite nel mondo. La maggior parte abitano i Paesi in via di sviluppo, Africa, Asia, America latina, ma fame e malnutrizione esistono in forme diverse ovunque e colpiscono i gruppi più emarginati e vulnerabili. Ancora oggi nell’accesso al cibo esistono condizioni inique in molte parti del mondo»
Secondo gli ultimi dati della Caritas, nel 2012 sono state 2.531 le persone sul territorio diocesano di Alba ad aver usufruito dei servizi di carità. In tutto 837 famiglie, il 62 per cento delle quali residenti nel territorio urbano. Significa che circa 1.500 persone nella sola città di Alba (il 5 per cento della popolazione) si sono rivolte in un anno agli uffici parrocchiali per ricevere soccorso nel pagamento delle bollette, nell’acquisto del cibo (sono stati distribuiti 100 mila chilogrammi di alimenti) o beni di prima necessità. A questa cifra bisogna aggiungere i 75 senzatetto, che ogni giorno ricevono riparo e un pasto nelle quattro strutture di accoglienza. Sebbene non sia possibile “disaccorpare” i dati, distinguendo l’utenza bisognosa di cibo da quella bisognosa di aiuto economico, si tratta di statistiche indicative di come l’impossibilità di fronteggiare i bisogni basilari risulti in drastica espansione anche ad Alba. Si tratta perlopiù di immigrati (almeno il 75 per cento), ma anche gli italiani partecipano al dramma. Spiegano dagli uffici Caritas: «A fronte di un incremento della domanda, registriamo un decremento dell’offerta. I privati donano minori quantità di beni di prima necessità. La “colpa” è da attribuire alla recessione economica e all’assenza di sovrapproduzione industriale. Per andare incontro ai bisogni siamo sovente costretti ad attingere alle nostre risorse economiche».
Matteo Viberti [...]
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Papa Francesco, nell’omelia del 27.05.2013, ha ricordato la domanda che Pietro rivolge a Cristo, quando gli chiede quale premio meriterà chi lo seguirà. Gesù risponde che chi sarà suo discepolo riceverà «tante cose belle», seppure dovrà affrontare «persecuzioni». La strada di Dio, ha spiegato il pontefice «è una strada di “abbassamento”, che finisce nella Croce». Le persecuzioni, le difficoltà ci saranno sempre, «perché Lui ha fatto questa strada prima di noi». «Quando un cristiano non ha difficoltà nella vita – ha ammonito papa Francesco – significa che qualcosa non va». Il fatto che sia tutto tranquillo può essere anche un segnale che quel credente si è omologato allo
spirito del mondo, della mondanità».
NON SI PUO’ TOGLIERE LA CROCE. È una tentazione presente anche per l’uomo di fede, che può
mettere dei paletti, delle limitazioni alla sequela di Cristo. Come a dire: «Seguire Gesù sì, ma fino a un
certo punto; seguire Gesù come una forma culturale, ma senza l’esigenza della vera sequela di Gesù,
l’esigenza di andare sulla sua strada. Se si segue Gesù come una proposta culturale, si usa questa strada per andare più in alto, per avere più potere. E la storia
della Chiesa è piena di questo, cominciando da alcuni imperatori e poi tanti governanti e tante persone, no? E anche alcuni – non voglio dire tanti ma alcuni – preti, alcuni vescovi, no? Alcuni dicono che sono tanti… ma alcuni che pensano che seguire Gesù è fare carriera».
Il problema, ha spiegato il papa è che «non si può togliere la Croce dalla strada di Gesù». Ciò non significa essere masochisti, ricercare il male. Il pontefice ha voluto spiegare che il problema è proprio «seguire Gesù per amore». Questo è il vero potere del cristiano, «la sua testimonianza». Ed esattamente questo è ciò che lo “spirito del mondo” non tollera.
. Quindi il Santo padre ha fatto un esempio molto concreto: «Pensate a Madre Teresa: cosa dice lo spirito del mondo di Madre Teresa? “Ah, la Beata Teresa è una bella donna, ha fatto tante belle cose per gli
altri…”. Lo spirito del mondo mai dice che la Beata Teresa, tutti i giorni, tante ore, era in adorazione… Mai! Riduce al fare bene sociale l’attività cristiana. Come se l’esistenza cristiana fosse una vernice, una patina di cristianesimo. L’annunzio di Gesù non è una patina: l’annunzio di Gesù va alle ossa, al cuore, va dentro e ci cambia. E questo non lo tollera lo spirito del mondo, non lo tollera e per questo vengono le persecuzioni».
La sequela non è un affare comodo: «La sequela di Gesù è proprio questo: per amore andare con Lui, dietro di Lui: lo stesso cammino, la stessa strada. E lo spirito del mondo sarà quello che non tollererà e ci farà soffrire, ma una sofferenza come l’ha fatta Gesù. Chiediamo questa grazia: seguire Gesù nella strada che Lui ci ha fatto vedere e che Lui ci ha insegnato.
Questo è bello, perché mai ci lascia soli. Mai! Sempre è con noi».
fonte http://www.tempi.it/
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